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      – Ma danari non ne hai consegnati a costui?
      – No! – fece, nascondendo una certa esitazione, Alessandro.
      – Se non mi ripugnasse parlare di ciò a certa gente potrei sapere se è vero che cercava d'impiegare una somma.
      – Chi?... lui?... è povero come un Lazzaro.
      – Io non so niente, so che se ci potesse veder tutti morti... è la riconoscenza perché il papà l'ha fatto studiare, che sennò starebbe a menar la vanga; si sogna non so quali vecchie ingiustizie per iscusare le sue cattiverie, per essere ingrato.
      – Tranquillizzati! – disse Alessandro, vedendo che di nuovo la si eccitava per quel soggetto. – Lo terrò lontano: ti prometto.
      – E... un'altra cosa vorrei, – che tu mandassi a vedere di Guido...
      – Ci andrò io stesso! – esclamò Alessandro, che in quel momento prometteva sincero. Fiorenza respirò, e preso sonno, dormí fino la mattina appresso senza piú svegliarsi.
     
      CAPITOLO XVIIALESSANDRO E DANIELE
     
      Quando fu il giorno dopo, Alessandro stava pensando a tutti i suoi discorsi con Fiorenza, a quella sua grande avversione per Daniele, istintiva, continua, accresciuta fino al fanatismo e studiava se, ad insaputa di lei medesima, ella non obbedisse ad un sentimento opposto, il quale non potesse esprimersi, che riverberando su Daniele quell'odio cosí stravagante; intanto comparve Daniele in persona, Daniele paziente, assiduo; non badando alla ripulsione di Fiorenza, al ricevimento glaciale del vecchio, si presentò come sempre, e sedette.
      Era l'ora del pranzo: quel dí la tavola era apparecchiata con piú garbo del solito: già sempre si distingueva quella mensa, come quella casa per ordine e tal nitidezza da parere eleganza: ma quel giorno il vecchio avvertito da Fiorenza d'una specie di tregua, armistizio morale concluso con Alessandro, aveva invitato qualcheduno a desinare per tenerlo piú animato, e allontanare il pericolo o del silenzio, o d'un discorso troppo vivo, troppo intimo; e la tovaglia era fina e candida, e i vetri piú tersi che mai.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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