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      Chi è colei che dinanzi alle genti,
      Sola in mezzo dell'ampio convito...
     
      Ci sarebbe da fare un libro apposta per descrivervi la vita di quelle famiglie miste; solo notando che la piú parte avrebbero offerto una bolgia di piú a Dante. Dopo la rivoluzione, i pochi dissidenti al sentimento universale, com'era la sorella del conte, vedova d'un generale, si trovavano costretti a far società con queste famiglie infelici. Ma immaginate quali strani contatti, che identità d'idee, opposta a diversità di caratteri, di costumi, che accozzo mostruoso, nel quale i piú stupiti di trovarsi insieme erano gli stessi individui; foco e acqua; passione e diffidenza: superbia generosa e stolto amor proprio. Un contrasto di cose... capite bene: un sobbollimento continuo...
      La Teresa si era tolto il diritto di comandare, e doveva lasciarli venire in casa. Nella sua stravagante altalena di indolenza o di furore, qualche volta fremeva di trattare persone messe in bando dal pubblico odio, e a lei avverse; qualche altra, trovando fra quelle dolori, in qualche modo analoghi ai suoi, si abbandonava, si prendeva d'affetto per esse: le attirava nelle ragioni de' suoi odî: ma tutto col disordine d'un'anima che non aveva altra legge al mondo.
      Questa gente in falsa posizione, non poteva che aumentare il tossico d'una famiglia, in cui esso era il pane cotidiano... Senza ch'io altro vi spieghi, vi dirò che era nato un altro fiero diverbio fra cognate, e tale che sua eccellenza Matilde era questa volta partita e partita per sempre.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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