Pagina (302/354)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      – Com'han fatte alla Checca,.. eh! ma io non ho paura... son capace d'andare fin laggiú ad avvertirlo io.
      – Sí, ma se trovassi un uomo che ti accompagnasse... eccone là uno... ehi! galantuomo... ehi – vociferò la Clelia.
      – Mi pare il figliuolo di Biasio... gua', non risponde nemmeno!... e come cammina!...
      L'uomo in fatti predicava in una maniera curiosa: tenendosi le anche, premendosi di tanto in tanto l'osso sacro... iva predicando non si sa cosa! ma, mentre e' s'avvicinava., lo si udí esclamare in tono lamentevole:
      – Oh! Dio le m'han toccato... oh Dio me le han date!
      – Lo han bastonato in piazza stamattina... quei cani...
      – Perché? – disse Fiorenza.
      – Perché – rispose il figliolo di Biasio – l'anno passato, come oggi, ci fu una vittoria dei nostri a... a... oh! Dio mi friggono forte queste scalfiture...
      – Pover'uomo':... e v'han fatto sangue?
      – Altro che sangue!... oh Dio... dunque fu a Goito... e io andai in piazza con un mazzolino tricolore... e me le han date... oh! Dio! le m'han toccato! – e in cosí dire premendosi le membra offese, l'uomo s'avviò.
      – Bada a te, Betta... che non ti accada la stessa disgrazia... – mormorò con premura soave Fiorenza, ritraendo la Clelia dalla cantina, e salendo con essa.
      La Betta raggiunse il figliolo di Biasio, e tutti e due si allontanarono, egli, non ismettendo di dire con quella specie di cantilena – oh! Dio le m'han toccato – ella, invocando tutti i fulmini del cielo, potete credere su chi.]
     
      CAPITOLO XXIL'ARRESTO
     
      Fiorenza andò allo studio d'Alessandro.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





Checca Clelia Biasio Dio Fiorenza Biasio Dio Goito Betta Fiorenza Clelia Betta Biasio Alessandro Dio Dio Dio