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      Speravo di saper qualche cosa da un pescatore che talvolta compariva. Ma sí!... anco il mestiere del pescatore è ito in disuso. E in laguna si pescano certi pesci da non nominarsi, non che da mangiare.
      Io non ti voglio dire cosa si soffre qua, mia Clelia. Che cibo, che acqua de' pozzi artesiani... e ringraziar Dio d'averli!... pur troppo questo stato non può durare... e verrà quell'ora maledetta... e si vedrà la bandiera bianca:... e poi l'altra da morto! Ah! quel Göergey ci tradí... tanto fieri quegli Ungheresi, tanto ch'e' parevan manovrare pulito, ritirandosi!... Parliamo di cose allegre, secondo il solito... sai chi c'è qui a Venezia?... l'infame!... ecco ciò ch'io volevo sapere da Rocco, il quale scopre tutto... C'è la spia domestica, il traditore... io non l'ho visto, ma v'han tutte le ragioni per crederlo qui. Ora sta bene attenta. Cino, il mio compagno d'arme, viene a me, m'avverte di una cosa. Te la dò in mille... – oh, senti... la Clelia, tua promessa sposa, è stata veduta al suo paese a passeggiare e a discorrere con un ufficiale austriaco, che le faceva il bello. – Zitto là! – urlo io – guai se lo ripeti – e me gli avvento come una tigre. Egli vuol parlare ma io – tu sei morto se ripeti la parola infernale. – Allora lui, dopo venti – Ché... ché... ché... – mi tranquilla. – Ben pensando è meglio, dissi, rintracciare l'origine di questa calunnia. – Cerca, fruga, domanda, ajutato da Rocco; quello che l'avea messa fuori al caffè era un povero diavolo: bonaccio in fondo, ma rifuggito qua come austriacante, cerca accusare gli altri, per darsi a credere un grande italianone.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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