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      Con quel che mangia!
      Addio dunque, addio... non ti scrivo altro, credo... ma piuttosto... a rivederci... Sai ci vuole una gran baldanza a dirla questa parola... mentre ci muoiono attorno tanti e tanti; anco Bel-colle fu agli ultimi; la signora Marchesa venne intrepida, fra tanti orrori, ma grazie al cielo lo trovò in salvo. Non cosí quell'altra povera vecchia, dove sto ora di casa; chiamata a Chioggia, vi domanda, appena giunta, de' suoi figli... due sai!... le dicono – là; – leva gli occhi, guarda i balconi d'una casa di dove pendevano delle lenzuola... Erano i lenzuoli funerari de' suoi figliuoli... morti tutti e due!
      P. S. Senti... ti prego d'una cosa. Oggi stesso mi mandano in un posto cattivetto. Se mai avessi a soccombere consola tu la mia povera mamma, non le resta altro. Dille che non maledica questa causa: che si mostri forte come una matrona romana, come una madre italiana.
      Nel mio studiolo troverai un libro ben legato: è il Marco Visconti del Grossi: tienlo in memoria mia: credo che sia il primo regalo che ti faccio, in quel caso sarebbe anche l'ultimo. Ma l'ho caro perché l'ho comperato il giorno in cui ci siamo promessi; c'è la data. Io t'avrei lasciato volentieri l'orologio, ma in una ovazione alzai le braccia, e me lo rubarono: il tuo ritratto, caso mai, l'hanno a seppellire con me. Se ti capita un buon partito sposati pure, ma bada che non sia di pensare tedesco.
      La mi saprebbe amara morire e, con sí bel costrutto! tante speranze... e quella famiglia che dovevamo piantare?


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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