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      Superiore a tutti in modo assoluto, pel numero dei soci iscritti e attivi, per la organizzazione e per la coscienza dei fini da raggiungere, era il Fascio di Catania, che formava uno strano contrasto con quelli della provincia, che erano fiacchi e incoscienti.
      A Catania, mercè l'instancabile propaganda dell'on. De Felice Giuffrida, sorse quattro anni or sono il primo sodalizio. Ivi il terreno era preparato dalla vita non inonorata, che vi ebbero parecchie società operaie, che dal 1860 in poi avevano organizzato scuole, mutuo soccorso, assistenza medica e anche prestiti sull'onore; ed alcune di esse, come quella dei Figli dell'Etna, dei Figli del lavoro, della Pace ecc., sussistono ancora, sebbene facessero capo al Fascio e con questo procedessero ed agissero di conserva.
      La visita dei mille soci del Fascio di Catania alla esposizione di Palermo determinò la organizzazione di analoga associazione nella città delle iniziative, d'onde, aiutata dall'Isola e dal Giornale di Sicilia e dall'attivissima azione di un generoso gruppo di giovani, il movimento si propagò in tutta la Sicilia; sicchè, se a Catania spetta il merito della iniziativa, il centro di diffusione divenne Palermo, per quel maggiore ascendente esercitato sempre dall'antica capitale sull'isola tutta.
      È da notarsi che non pochi degli organizzatori dei Fasci appartenevano alla classe borghese; alcuni sono agiatissimi, come il Ballerini; pochi ricchissimi vengono dall'alta aristocrazia, come il marchese di Montemaggiore e il principe di Cutò(3). L'organizzazione era abbastanza semplice e logica.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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