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      Questa è poesia bella e buona; la realtà è diversa e si avvicina molto a quel materialismo economico da cui un discepolo di Marx non avrebbe dovuto discostarsi.
      La realtà è questa: in Sicilia c'è un grande malcontento pel malessere economico aggravato dalle condizioni politiche; malcontento che spinge alla protesta e alla reazione, coadiuvato dall'influenza ereditaria e dalle tradizioni locali. Il malcontento ha cause economiche generali e ne ha particolari che lo hanno reso più rapidamente sensibile: il malcontento è in alto e nelle classi dirigenti, che a forza di mormorare e di protestare hanno incitato il popolo ad imitarle; e col malcontento in alto sono venuti meno i freni morali e materiali, che avrebbero potuto rattenere e moderare il malcontento irrompente in basso.
      Tra le classi dirigenti il malumore serpeggia e si accresce con prodigiosa rapidità per tutte le cause generali, che agiscono in tutta Italia e che trovano l'addentellato e nella politica interna e nella politica estera e in tutte le esplicazioni della vita pubblica. Di questo stato dell'animo delle classi dirigenti dettero un saggio i grandi proprietarî di Sicilia - senatori, deputati, duchi, principi, marchesi, baroni, cavalieri ed anche avvocati nullatenenti - che riuniti nella sala Ragona in Palermo, in numero di duecento, applaudirono freneticamente un rapporto del Comitato promotore, che nella parte generale - dovuta al senator Guarneri - dice in principio così: «I deplorabili moti, - promossi da quali agitatori e da quali intenti l'Italia oggi non ignora - che sono scoppiati, non sarebbero avvenuti, o almeno non avrebbero tanto attecchito se in tutta l'isola non regnasse il più profondo malcontento ed universale malessere, nato da lunghi anni di trista amministrazione.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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