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      Secondo le colture e le stagioni essi guadagnano da centesimi quaranta a una lira al giorno; e i contadini che ricevono una lira sono i fortunati, e per qualche mese soltanto: durante la semina e durante il raccolto. In generale sono pił elevati di questi i salarī indicati da Enrico La Loggia nel suo diligente studio sui Moti di Sicilia (Giornale degli Economisti, marzo 1894) e dal Prof. Salvioli; ma la differenza deriva dall'avere essi calcolato in denaro la parte che ricevono in generi. Comunque, entrambi convengono che fatto il bilancio della entrata di un contadino se ne deduce che il suo tenore di vita (standard of life) non puņ essere che bassissimo e che alla miseria pił squallida č condannata la sua famiglia se sopraggiunge qualche caso di malattia o uno sciopero forzato per piogge continuate o per altre ragioni, poichč il risparmio di qualsiasi somma č impossibile durante l'anno.
      In generale i salarī sono pił elevati dove la coltura č intensiva. Per la mietitura i salarī si elevavano pel passato a L. 2,50 oltre una buona e copiosa alimentazione ed un litro e mezzo di vino al giorno. Ma da due anni in qua i salarī ribassano terribilmente e c'č una triste concorrenza nel lavoro che i mietitori di una contrada vanno a fare a quelli di un'altra; concorrenza, che ha determinato non poche sanguinose risse e delle caccie, che nulla hanno da invidiare alla caccia che si fa all'italiano in Francia, in America, in Australia e dovunque esso va a fare concorrenza al lavoratore indigeno.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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