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      Se la tradizionale parsimonia siciliana riusciva a mettere da parte qualche cosa, il risparmio non alterava gran fatto l'equilibrio poc'anzi accennato. Istantaneamente i pesi aumentano e ognuno sa con quale rapidità. Il confronto tra il bilancio dell'antico regno delle due Sicilie e quello del regno d'Italia basta per dimostrarlo. Per converso i prezzi delle cose che egli deve comprare sono accresciuti e quelli di cui deve farne la vendita sono diminuiti. I perturbamenti economici che il governo non ha mai saputo evitare uccidono la coltivazione del cotone e del tabacco; e così i risparmi, dato che ve ne fossero, spariscono ben presto. Di capitale mobile non è il caso di parlare, imperciocchè all'epoca in cui furono messi in vendita i beni del clero tutti si affrettarono di accrescere la proprietà impiegandovi ciascuno la rispettiva disponibilità. Frattanto perdura l'aumento delle tasse e il ribasso dei prodotti...»
      E qui è bene aggiungere, che nel determinare tale stato di cose la responsabilità del governo è grande per la politica doganale seguita: politica tutta a beneficio dell'industrie e degli industriali dell'alta Italia e a danno dell'agricoltura del mezzogiorno e delle isole. Ciò dissi rudemente nel 1891 alla Camera dei Deputati e le mie parole furono accolte da vivi rumori e da proteste dei deputati del settentrione; ma le mie parole furono poco dopo luminosamente giustificate dalla confessione onesta e leale dell'on. Ellena fatta prima in un articolo della Nuova Antologia e dopo nella stessa Camera in occasione della discussione dei trattati di Commercio coll'Austria-Ungheria e colla Germania.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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