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      Di queste spese e di queste imposte mi sono lungamente occupato in un libro pubblicato nel 1882(46) alla vigilia delle elezioni politiche generali; e pur troppo le critiche aspre enunziate allora a carico delle amministrazioni municipali si dovrebbero oggi inasprire di più; e pur troppo le riforme invocate allora sono tuttavia un desiderio!
      Allora deplorai che Palermo e Messina discutessero invano per provvedersi dell'elemento più indispensabile alla vita, l'acqua; deplorai che si spendessero milioni e milioni per un Teatro Massimo, che difficilmente, - se si riuscirà a compirlo - si potrà riempire di spettatori; deplorai, che si spendesse poco e male per la istruzione popolare; deplorai che si spendesse poco e male per tutti gli istituti pii, che servono pei poveri e per gli inabili al lavoro; deplorai che si rubasse nello spendere e che si qualificassero come opere pubbliche quelle che sono di semplice interesse privato; deplorai infine che il dazio di consumo, il focatico e la tassa sugli animali costituissero la principale risorsa economica dei Comuni; e deplorai che la tutela esercitata dal governo riuscisse impotente ad impedire il male ed efficace, invece, per aggravarlo, pur di servire al capriccio, al comodo dei beniamini, dei protetti, dei grandi elettori, dei deputati.
      Dopo pochi anni si levò la voce dell'Alongi che la vita locale conosce anche perchè è stato più volte Regio Commissario(47) straordinario presso diversi municipî:
      «Si profondono favori, - egli dice - impieghi, esenzioni di tasse e protezioni d'ogni portata agli aderenti e si fa l'opposto con gli avversarî, contro ai quali: persecuzione continua, evidente, spesso sfacciata e feroce, fino al delitto, fino all'omicidio.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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