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      XIII.
     
      NULLA È MUTATO!
     
      Più volte s'è già accennato al carattere di permanenza delle descritte condizioni della Sicilia. Ma nell'animo di molti potrà esser rimasto qualche avanzo di ottimismo, il quale avrà potuto indurlo a credere che i più dolorosi tra i mali da cui è afflitta l'isola nostra siano eredità del passato - per quanto prossimo - e che qualche miglioramento riparatore si sia ottenuto per opera del governo, o dei maggiorenti meglio avvisati de' pericoli a' quali viene esposto l'organismo sociale dal perdurare di condizioni di fatto divenute assolutamente anacronistiche, oggi, in mezzo all'Europa che, più o meno, s'è venuta trasformando.
      Ebbene! ogni illusione deve essere bandita, e bisogna confessare con vergogna, che i mutamenti in meglio, in rapporto alle classi lavoratrici sono tale povera cosa, che si possono considerare come non avvenuti. Ma con ciò non s'intende negare che negli strati superiori siano avvenute sensibili modificazioni.
      Il Baer con equanimità assegna la parte di responsabilità ch'è dovuta al governo borbonico nel mantenimento di un regime feudale che sarebbe stato suo interesse far scomparire per vederlo sostituito da un forte ceto medio, perchè in fondo le opposizioni più pericolose e più continuate gli vennero dall'aristocrazia che voleva conservare o riprendere interi tutti i suoi privilegi economici e politici. Ma esso pur avendo mostrato la intenzione di abbattere le istituzioni feudali - e glielo suggeriva la propria convenienza - volle seguire metodi proprî, che riuscirono impotenti, essendo frenati e paralizzati tutti i buoni tentativi dal soverchio timore dello innalzamento della parte popolare.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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