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      »(57)
      Da 1866 in poi qualche miglioramento ci fu; ma non grande. E grande non poteva essere se si pensa che ai mali esistenti la sapienza governativa, pensò di provvedere, per esempio, colla prefettura militare del Generale Medici, quando alla mafia privata si aggiunse la mafia più potente ai servizî del Prefetto-generale.
      E questo nefastissimo periodo dev'essere illustrato perchè lo si è dimenticato con troppa facilità: e dev'essere ricordato perchè facendo conoscere quali tristi conseguenze lasciò il militarismo nel 1866 e negli anni successivi, farà intravedere quali li lascerà nel 1894.
      Si osservi anzitutto «che dopo la rivolta del 1866 vi fu un diluvio di disposizioni cozzanti fra loro.... e che vennero i tribunali militari, i quali fecero sterminato numero di processi e quando la posizione era compromessa, e che la giustizia dei tribunali civili doveva riuscire difficilissima, se non impossibile, si annullarono ad un tratto i tribunali militari, ed i tribunali civili rimasero imbarazzati e così ne rimase esautorata la giustizia militare e la giustizia civile.» (Taiani)(58).
      Ciò che rese celebre e caratteristico questo periodo furono la organizzazione della polizia, la sua opera e i criterî adottati dal generale Medici e dal suo alter ego il questore Albanese per il ristabilimento dell'ordine e della giustizia.
      «Il processo contro Ciotti Sebastiano, graduato delle guardie di Pubblica sicurezza, applicato al gabinetto del Questore e presso il quale si sequestrarono molti oggetti rubati; le gesta di un delegato di pubblica sicurezza che in un mandamento impianta la mafia, si unisce e si lega in relazioni amichevoli con noti ladri e li manda a rubare per suo conto e che si ripete in un altro mandamento guadagnandosi la promozione; le prodezze della guardia nazionale suburbana di Monreale composta tutta di mafiosi, colla complicità o col permesso dei quali si commettevano tutti i misfatti del mandamento, tanto da autorizzare un Magistrato a dire: qui si ruba, si uccide, si grassa in nome del reale governo(59): l'alternativa posta da un questore di Palermo ad un notissimo facinoroso di entrare nel corpo delle guardie di pubblica sicurezza o di partire pel domicilio coatto - alternativa alla quale il mafioso cercò sottrarsi tentando di pugnalare il questore; il processo contro il questore Albanese e compagni, accusati di omicidii, di falsità, di corruzione, di truffa, di soppressione dolosa di documenti; le pressioni indecenti esercitate dal generale Medici e dal governo di Roma, per ottenere l'assoluzione di questi alti delinquenti, e che determinarono le dimissioni dal Procuratore generale Taiani e raggiunsero il deplorevole intento, dicono di più che molti volumi, sulla stima e sul rispetto e sulla fiducia che potevano ispirare i rappresentanti del governo, che i mali antichi economici lasciava intatti aggravando quelli politici e morali.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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