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      Cuccia in nome di un comitato composto dei pił fidi amici dell'on. Crispi malinconicamente conchiudeva: «Pił inchieste sono state fatte, cento relazioni dai corpi pił conservatori sono state mandate, mille rapporti sono stati scritti da tutti i funzionarī che si sono succeduti in Sicilia. E tutti, unanimi, hanno presentito i fatti d'oggi e quelli di domani, e tutti hanno fatto proposte, hanno reclamato provvedimenti, che sono restati lettera morta, come se il governo fosse l'ente pił misoneico della societą....»
      Di tante inchieste, di tante relazioni, di tanti rapporti rimangono giudizī e descrizioni di una esattezza meravigliosa, che sembrano scritti all'indomani dei tumulti per giustificare i tumultuanti; giudizī e descrizioni che costituiscono ad un tempo le pietre miliari della constatazione delle miserie del proletariato siciliano e la condanna pił severa della criminosa noncuranza degli uomini di governo di ieri e di oggi. Di tali giudizī e di tali descrizioni bisogna riprodurne alcuni, che datano da momenti diversi e vengono da persone avverse ad ogni idea di socialismo, le quali hanno la missione ufficiale d'interpreti della pubblica opinione e di tutelatori dell'ordine pubblico.
      L'on. Sonnino venti anni or sono scriveva:
      «Quel che trovammo nel 1860, dura tuttora. La Sicilia lasciata a sč troverebbe il rimedio: stanno a dimostrarlo molti fatti particolari e ce ne assicurano l'intelligenza e l'energia della sua popolazione, e l'immensa ricchezza delle sue risorse. Una trasformazione sociale accadrebbe necessariamente, sia col prudente concorso della classe agiata, sia per effetto di una violenta rivoluzione.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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