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      Ma noi, italiani delle altre provincie, impediamo che tutto ciò avvenga, abbiamo legalizzato l'oppressione esistente; ed assicuriamo l'impunità all'oppressore.»
      «Nelle società moderne ogni tirannia della legalità è contenuta dal timore di una reazione all'infuori delle vie legali. Orbene, in Sicilia, colle nostre istituzioni, modellate spesso sopra un formalismo liberale anzichè informate ad un vero spirito di libertà, noi abbiamo fornito un mezzo alla classe opprimente per meglio rivestire di forme legali l'oppressione di fatto che già prima esisteva, coll'accaparrarsi tutti i poteri mediante l'uso e l'abuso della forza, che tutta era ed è in mano sua; ed ora le prestiamo mano forte per assicurarla che, a qualunque eccesso spinga la sua oppressione, noi non permetteremo alcuna specie di reazione illegale, mentre di reazione legale non ve ne può essere, poichè la legalità l'ha in mano la classe che domina.»
      Queste parole dell'attuale ministro del tesoro gli devono essere continuamente ricordate, perchè riassumono in modo mirabile l'azione sociale esercitata dal governo italiano in Sicilia; azione veramente perniciosa! Tenterà egli di cancellarla ora che è al potere?
      Ciò che fu scritto nel 1875 da chi ora è ministro del Regno d'Italia è perfettamente adatto a dare una idea delle condizioni odierne dell'isola coll'aggravamento delle varie crisi - enologica, agrumaria, mineraria ecc.
      E per chi sa leggere e comprendere troverà la conferma del serio giudizio nella inchiesta fatta da Adolfo Rossi per conto del giornale La Tribuna(61).


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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