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      Per sostenersi e per combattere gli avversarî si profondono favori, impieghi, esenzioni da tasse e protezioni d'ogni specie e d'ogni portata agli aderenti, e si fa l'opposto con gli avversari. Si transige con facinorosi e con violenti, ai quali è serbato sempre un impiego sul bilancio comunale, protezione illimitata fino al Tribunale; e però appena un partito sale al palazzo comunale fa tabula rasa di tutti gli stipendiati e li sostituisce coi propri fidi. Per gli avversari invece s'imprende una persecuzione continua, evidente, spesso sfacciata e feroce, fino al delitto, fino all'omicidio. E si pretende che i funzionari del governo seguano questo indirizzo. Per gli amici il permesso d'armi, il proscioglimento dall'ammonizione, l'impunità nel delitto: pei nemici il rifiuto costante di tutto quanto è devoluto alla Autorità amministrativa, la denunzia per l'ammonizione e perfino l'accusa dei reati che invece sono stati commessi dagli aderenti(63) degli stessi denunzianti. Il delegato, il pretore, il sottoprefetto non seguono questo indirizzo? Ed allora spuntano le testimonianze ad usum delphini a discolpa del reo amico, a carico per l'avversario innocente; pullulano ricorsi anonimi che dipingono il funzionario coi più foschi colori: secondo il bisogno e l'opportunità egli è stupido o maligno, ignorante o corrotto, prepotente o partigiano, venale o servile, e chi più ne ha, più ne metta...»
      «Nei comuni certo è che vi dominano l'incompetenza più goffa e la prepotenza più sfacciata, che per contraccolpo vi producono la paura, la sofferenza(64), i rancori sordi delle masse, il disgusto e l'astensione dei buoni: fatto quest'ultimo che rende più sicura e sfrenata la prepotenza delle cricche imperanti.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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