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      Due vie, due metodi, si presentavano all'uno e alle altre; ed al governo maggiormente correva l'obbligo di scegliere la via da battere, il metodo da seguire nella soluzione del poderoso problema, perchè sua era la responsabilità immediata e diretta di ciò che si andava maturando.
      Il governo poteva mostrarsi energico, e ricorrere alla prevenzione nel senso strettamente poliziesco e che confina o si confonde sempre colla reazione; poteva, invece, mostrarsi forte nel fare rispettare le leggi, ma rispettando esso stesso tutte le pubbliche libertà; affidandosi in pari tempo all'alta prevenzione sociale; mostrando almeno! la decisa intenzione di affidarvisi. Questa specie di dilemma, sebbene nella forma non così strettamente antinomico, lo pose pure il generale Corsi, che al governo lasciava la scelta tra queste due soluzioni: «o decretare senza indugio lo scioglimento dei Fasci, come società pericolose per l'ordine pubblico; oppure, se ciò non pareva legale o conveniente, per motivi d'alta o bassa politica, infrenarli, segnar bene l'orbita al loro moto, i limiti entro cui potevano dibattersi, procurare, se possibile, di mettervi le mani dentro, farsene istrumento ed arme, cattivarsi la plebe, prendendo a sostenerne la causa. Un campo immenso tra quei due estremi.» (Sicilia p. 335).
      La scelta tra i due metodi non poteva esser dubbia per quanti vogliono che dalla storia si traggano ammaestramenti; e dalla storia si sa, che un secolo di reazione e di violenza non ha risolto il problema irlandese; ma colla forza però, come lo ha mostrato l'on.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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