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      Giolitti, il Riolo. Il popolo protesta contro le sfacciate adulterazioni della volontà elettorale e chiede che venga rispettata la legge. Grande reato in verità! I rappresentanti della legge puniscono questi curiosi delinquenti ferendoli o uccidendoli. E gli uccisori rimangono in libertà, ad assicurare una elezione che disonora la Giunta che la convalidò, mentre i popolani vengono arrestati e processati in numero di ventitrè. Meno male che il Tribunale di Caltanissetta dopo tre mesi fece una parziale giustizia rimandandone assolti una ventina. Lo stesso Tribunale, con altre sentenze, che ricordo a suo onore, bollò per quello che erano alcuni delegati di Pubblica Sicurezza per abusi relativi alla stessa elezione commessi in altre sezioni del collegio. Serradifalco rimase ad ammonire in Sicilia gl'ingenui i quali credono ancora che nelle elezioni possa passare liberamente e onestamente la volontà del paese.
      A Catenanuova la miseria è più spaventevole che altrove nella provincia di Catania: gli abitanti sono quasi tutti proletarî agricoli, che si dibattono tra le strette del latifondo privato (del principe di Satriano) e del latifondo pubblico (l'ex feudo Buzzone di proprietà del demanio). La fame sinistra si fa sentire ed i poveri contadini si riuniscono in Fascio colla fiducia di ottenere qualche cosa colle vie legali. Rispettosi della proprietà privata nulla chiedono al Principe di Satriano; qualchecosa, cui credono di avere diritto, domandano al governo e per mezzo dell'on. De Felice e mio, esprimono l'onesto desiderio di vedere censito a piccoli lotti l'ex feudo Buzzone.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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