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      Il 22 ottobre, a causa di nuove tasse comunali, i contadini si ribellano chiedendo la revisione dei conti passati e lo sgravio di una nuova tassa. Disarmano alcuni dei carabinieri sopraggiunti e li costringono a rinchiudersi nella caserma perchè il loro furore non ha limiti dopo il ferimento - forse accidentale - di un popolano. Nominano sul campo un nuovo sindaco. L'indomani arrivano soldati e si fanno oltre trenta arresti, seguiti da relativo processo e da lunga detenzione dei poveri contadini.
      Milocca e Racalmuto nella cronaca della provocazione occupano un posto assai importante per l'indole dei fatti che vi si svolsero, in parte alla mia presenza, e pel suggello che ebbero dalla magistratura: suggello che elimina il sospetto di partigiana ed interessata esagerazione. A Milocca, a Sutera, ad Acquaviva, a Campofranco, zona esclusivamente agricola della provincia di Caltanissetta, i contadini si erano riuniti in Fasci. Le autorità e i maggiorenti fecero di tutto per farli sciogliere: più volte ne violarono il domicilio, ne minacciarono i membri, ne arrestarono i capi coi pretesti più futili; li processarono e nei processi furon assolti o per inesistenza di reato o per mancanza di prove.
      I contadini tennero duro, specialmente a Milocca dove colla loro unione costrinsero quasi tutti i proprietarî a concedere più equi contratti agrarî. I proprietarî toccati nell'interesse se la legarono al dito e si proposero di riprendere con mezzi scellerati ciò ch'erano stati costretti a concedere colle vie legali - coll'applicazione più schietta della famosa libertà del contratto.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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