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      E dopo avere così consigliato la calma ed evitato un grave pericolo, il sindaco montò le scale che conducevano nel suo studio, e vi rimase lungamente. I dimostranti seguitavano a gridare sotto i balconi del sindaco, il quale a calmare gli spiriti bollenti applicò loro una cura idroterapica buttando molta acqua e fresca su tutte quelle teste riscaldate.
      L'effetto della cura fu immediato: la folla non si ribella al brutale trattamento e corre invece - trascinata certo da qualche mestatore - al palazzo municipale, dove, eccitata certo da chi aveva interesse che documenti compromettenti fossero distrutti, comincia la devastazione, l'incendio; e tutti gli armadi, le sedie, i registri sono posti l'uno su l'altro e le fiamme avide, distruggono ogni cosa.
      Dopo, i tumultuanti continuarono a percorrere le vie del paese seguendo una donna che portava in alto il ritratto del Re e della Regina.
      Appena cominciati i primi disordini, un carabiniere partì per Montelepre a chiamare dei rinforzi ed è falso che contro costui siano stati tirati quattro colpi di fucile andati a vuoto.
      Conosciutasi la notizia a Montelepre partivano 5 o 6 carabinieri e 22 bersaglieri comandati dal sottotenente Cimino, alla volta di Giardinello e quivi giunti si disposero a traverso la strada principale tra la casa del sindaco e il Municipio.
      La folla impavida, forte forse del talismano che portava, andò incontro ai soldati sempre con lo stesso grido: abbasso le tasse,...... Il sottotenente tenta invano di calmare i dimostranti i quali per l'avanzarsi di quelli che stavan dietro minacciavano di rompere il cordone della truppa.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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