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      Il governo n'è spaventato.» (Sicilia, p. 322)(77).
      I morti furono 11, dei 12 feriti portati all'ospedale di Palermo 9 furono dichiarati in pericolo di vita. 5 solamente furono colpiti con palle a mitraglia e gli altri da palle non tirate da militari, vi furono pure uomini feriti da quadretti e migliarini.
      A Giardinello, precisamente come a Caltavuturo, le autorità non seppero trovare un colpevole tra coloro che spararono. Ne trovarono bensì a decine tra i poveri contadini che avevano partecipato alla dimostrazione e che si ebbero in pena dal Tribunale militare anni ed anni di reclusione!
      Dopo Giardinello, Lercara. Anche qui c'è miseria grande derivante in gran parte dalla crisi zolfifera, anche qui ci sono odî inveterati e feroci tra alcune famiglie che si disputano con tutti i mezzi l'amministrazione comunale, qualcuna delle quali si afferma che abbia soffiato nel fuoco. E il fuoco divampò il 20 Dicembre in una dimostrazione coi ritratti del Re e della Regina al grido di: Abbasso le tasse! Abbasso il Sindaco! Si viene a colluttazione colla forza e rimangono feriti o contusi alcuni uomini della forza, tra i quali il delegato di pubblica sicurezza ed un tenente delle truppe. Durante la notte e all'indomani arrivano altre truppe. - Il sotto prefetto di Termini-Imerese - che arringa il popolo da un balcone durante una nuova dimostrazione seguita da incendi dei posti daziari, da devastazioni e da saccheggi - è male accolto e costretto a scappare. Avviene un'altra colluttazione nella quale vengono uccisi undici cittadini e feriti molti altri!


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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