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      Invece otto contadini rimasero uccisi e quindici gravemente feriti. Compiuta la strage, i soldati si rinchiusero nella Chiesa di Santa Maria e il popolo esasperato si dette agli incendi e alla devastazione del Casino dei Galantuomini, del municipio e di altri uffizî pubblici. Questi eccessi della folla, è bene rilevarlo, seguirono e non precedettero la strage.
      Il Consiglio, nella massima parte inviso, si dimise. Non mancarono i soliti numerosi arresti. Si afferma che a Pietraperzia il Fascio, di recente formazione e composto di analfabeti, abbia preso parte attiva ai tumulti; ma la verità non si può sapere facilmente perchè non si potè sinora sentire che una sola campana, quella dei più ricchi proprietari. Non ha sonato ancora quella dei lavoratori. Il terrore regnò per parecchio tempo a Pietraperzia e non fu possibile avere esatte notizie.
      Settantatre disgraziati furono trascinati al Tribunale militare di Caltanissetta e di essi soli 20 furono assolti; gli altri furono condannati a pene che variano dai 3 ai 21 anni di reclusione. La sentenza fece dolorosissima impressione e fu notato che un colonnello dell'esercito dava pietosamente parole di conforto alle desolate famiglie dei condannati.
      Il giorno 2 gennaio è la volta dell'eccidio di Gibellina. Ha qualche cosa di specialmente lugubre; e di esso si avvalsero gli uomini del governo per denigrare il popolo, che in un momento di furore cieco uccise il pretore Casapinta. Ma perchè? quando?
      Narriamo. Gibellina conta circa 10,000 abitanti ed è dedita esclusivamente all'agricoltura.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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