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      Si afferma da molti che vera miseria non vi sia e che vi siano numerosi i piccoli proprietarî - di quella categoria però, che l'on. Damiani paragonò ai proletarî perchè la proprietà di una catapecchia o di un campicello non basta a sfamare. Certo è che la emigrazione vi si accrebbe notevolmente negli ultimi anni; e questo è indizio sicuro di malessere economico. È certo del pari che le tasse comunali, specialmente quella sugli animali e il focatico, vi erano pesanti ed invise e che era grande il risentimento contro le autorità politiche - rappresentate dal delegato di P. S. - per i fatti del 4 novembre narrati avanti. Vi sono i soliti partiti locali, i cui caporioni si odiano reciprocamente; quello al potere, protetto dalla Prefettura di Trapani, qualificato addirittura tirannico, si dice abbia considerato la cassa comunale come lo sfamatoio della propria famiglia e dei propri adepti. Gli oppositori, ricchissimi, si vuole che abbiano soffiato nel fuoco; regalarono una bandiera al Fascio - essi che in fondo sono conservatori - e si rimproverò loro - stranissimo rimprovero! - che dessero agli operai un salario più elevato degli altri.
      Questo l'ambiente dove si svolsero i fatti del 2 gennaio.
      Da parecchi giorni si buccinava che si doveva fare una dimostrazione contro il municipio: corsero trattative di conciliazione tra i partiti; si cercò dare soddisfazione alla opinione pubblica dal sindaco, accettando alcune delle proposte messe avanti dal Fascio, il cui presidente sig. Palermo si cooperò sempre per mantenere la calma e l'ordine; a quasi tutte le trattative presero parte attiva il capitano Macchi del 37° fanteria, e il pretore Casapinta e la loro fu azione lodevole.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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