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      ), si sono messi alla testa del Fascio, o vi sono scivolati dentro. Infatti i maggiorenti di quelle Società non fanno mistero della loro intenzione di valersene nelle lotte municipali, dicendo, forse persuasissimi, che lo fanno e lo faranno pel meglio del paese e quindi dei lavoratori. Intanto anche per questo verso, il Fascio diventa arena di ambizioni ed interessi locali, di galantuomini forse più che di picciuotti....»
      Dov'è, dunque, il socialismo come causa efficiente, diretta e immediata dei moti di Sicilia, secondo il Comandante del XII Corpo di armata, che del socialismo non è punto tenero? E minore ancora la sua responsabilità risulterà uscendo dalle affermazioni vaghe e generiche e mettendo i punti sugli i come suol dirsi, cioè indicando i nomi dei capi-partito dei paesi dove avvennero agitazioni e tumulti: ciò che oggi può farsi senza commettere alcuna indiscrezione e senza nuocere a chicchessia perchè i fatti sono noti e sono stati discussi innanzi ai Tribunali militari di guerra.
      Ora i fatti dimostrano che il socialismo non ci aveva che vedere nei diversi Fasci di Monreale, e che quello ostentato dal sindaco Cav. Balsano in un suo discorso, era socialismo di occasione suggeritogli dal timore di perdere ogni popolarità e di vedersi sopravvanzato dagli avversari. Il socialismo entrava come i cavoli a merenda a Santa Caterina Villarmosa, e lo dichiarò il farmacista Bruno ad un capitano dei carabinieri prima del 5 gennaio e lo ripetè il sindaco Fiandaca, suo avversario, innanzi al tribunale militare di Caltanisetta.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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