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      Finalmente dopo l'intermezzo comico del ministero Zanardelli, annunziato e disfatto nello stesso momento, l'on. Crispi succede all'on. Giolitti.
      Chi avvicinò l'on. Crispi sul finire di dicembre 1893 - ed a me toccò questo non ricercato onore - rimase impressionato della conoscenza precisa che egli aveva degli uomini e delle cose di Sicilia, delle cause vere che avevano preparato da gran tempo gli avvenimenti dolorosi dell'anno che moriva. Le intenzioni che mostrava, per riparare ai gravi mali, per rimuoverne le cause erano ispirate a patriottismo dell'antica lega - e non della nuova di cui vergognosamente si abusa a Montecitorio, rendendo ridicola o invisa la parola patriottismo. - In lui sembrava rivivere l'antico promotore e organizzatore della spedizione dei Mille della cui risurrezione s'era avuto un barlume nel discorso di Palermo.
      L'on. Presidente del Consiglio non si nascondeva le grandi difficoltà della situazione; era giustamente convinto che in quanto a provvedimenti d'indole economica e sociale l'imbarazzo era grande, ma riconosceva che bisognavano misure radicali e non rifuggiva dall'accennare a censimenti obbligatori dei latifondi e ad altri rimedî che dalle anime timide e grette avrebbero potuto essere considerati rivoluzionarî e sovvertitori degli ordinamenti economici e politici vigenti. Superfluo aggiungere che per realizzare un vasto piano di riforma sociale era indispensabile il concorso del Parlamento ed un certo tempo per prepararlo, discuterlo e farlo accettare; che sarebbe stato necessario appellarsene al paese, se la Camera attuale, com'era temibile, non avesse voluto seguirlo.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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