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      E perchè non smettere ogni ipocrisia dichiarando con franchezza che lo affratellamento equivale a cospirazione? Tali loiolesche distinzioni non possono che disonorare sempre più una magistratura, che ha perduto ogni prestigio e che è venuta meno alla sua funzione, non sapendo che rendere servigi al governo. Il compianto Eula oramai, si affretterebbe sdegnato ad uscirne.
      E non si può che disprezzare di più questa magistratura che il recesso dalla cospirazione tramuta capricciosamente in recesso dall'attentato e che il contorcimento illegittimo aggrava colla menzogna, perchè insinua con volgare indeterminatezza di frasi e di pensiero che il manifesto, l'abile ritirata, sia stata suggerita dalle energiche misure del governo, dallo Stato di assedio e dall'arrivo delle forze militari.
      No, o illustri Iaghi della magistratura: la vostra rimane una menzogna.
      Il manifesto precedette la proclamazione dello Stato di assedio e lo sappiamo dalle spie del governo, che ci dissero dell'animata discussione tra De Felice, che voleva favorire il movimento e gli altri membri del Comitato, che volevano e riuscirono a fare accettare al primo il consiglio della calma; il manifesto non potè essere imposto dal timore dell'arrivo delle forze militari, perchè queste non furono in Sicilia che verso la metà di gennaio, quando già gli accusati erano in prigione da parecchi giorni, sotto processo e predestinati alla condanna.
      Rimanga dunque a voi tutta l'onta dell'opera vostra o magistrati degni di una istituzione che muore!


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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