Pagina (338/444)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La quale non potrebbe e non dovrebbe farsi attendere, non già nell'interesse dei condannati, ma in quello dei giudici, delle istituzioni e della società borghese. È la borghesia la vera colpevole di questo processo ed a suo beneficio l'amnistia dovrebbe venire.
      E infatti questo Tribunale militare, secondo la profonda osservazione di Barbato doveva lealmente condannare per dare il suo contributo a ciò che crede sacro e immortale, e che pur si sfascia e muore.
      È questo organismo in isfacelo, che per istinto di conservazione attacca e condanna l'idea avversaria in tutti i suoi gradi di esplicazione, in tutte le forme sotto le quali si manifesta, particolari e generali, teoriche e pratiche. Si vuol colpire l'idea nemica, infatti, e nella esplicazione generica dello affratellamento dei sodalizî dei lavoratori e nel patto di Corleone; si vuol colpire l'idea giudicando criminoso il programma dei Fasci e l'arma dello sciopero, che esso ingenuamente credette legittima; e che tutto ciò si abbia voluto colpire lo dice la sentenza, la quale si scandalizza che nei discorsi degli accusati «si spiegavano le teorie del socialismo e si propugnava l'emancipazione morale e materiale dei lavoratori».
      Di questa confessione bisogna lodare i giudici, che si ricordarono di essere militari e vollero chiarirsi leali facendo conoscere almeno le loro intenzioni ed avvisando gl'italiani contristati che nel processo mostruoso non si ricercarono e si condannarono i fatti costituenti il crimine, ma il pensiero, le idee, le tendenze nuove in nome e in difesa del presente, che passa e lotta contro il futuro, che irresistibilmente diviene.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





Tribunale Barbato Corleone Fasci