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      Esagero, calunnio? Si ascolti non la mia, ma la voce del giornale ufficioso più autorevole che ci sia in Italia e che nella sua amarezza lascia comprendere che se in alto si è soddisfatti dell'opera soldatesca del generale Morra, nelle sfere ministeriali, invece si è assai malcontenti della sua opera civile. «Il paese - dice la Tribuna - attendeva da lui un principio di pacificazione. Era in condizioni di ottenerla. Tutte le vie gli erano aperte: autorità altissima, eccezionale, senza opposizioni burocratiche, senza difficoltà e opposizioni locali, perchè i Consigli comunali erano o sciolti o in sua potestà: con un popolo in parte fatto docile dai suoi soldati, in parte dal lato dei proprietari, ancora sotto la paura delle recenti ribellioni, il generale Morra poteva mettersi in mezzo, arbitro e paciere, e svolgere tutto un programma di trattative e di accordi.»
      «Hanno detto che il male maggiore della Sicilia era la tirannia dei subbaffitti, contro la quale ferocemente i contadini si ribellavano: ed egli poteva e doveva andare man mano sui luoghi e istituire Commissioni di probiviri e veder di comporre, di accomodare, di migliorare i contratti agrari. »
      «Egli doveva e poteva percorrere l'Isola città per città, paese per paese, studiare le ragioni particolari di avversione, di opposizione, le cagioni dalle quali le ribellioni, gli incendi, le uccisioni erano scaturite, e udire, e prendere consigli e rimediarvi e provvedere.
      «Era questa opera nobile e santa.»
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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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