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      E il generale Morra va tanto più severamente biasimato per quello che non ha fatto, in quanto che i poteri veramente straordinarî che gli vennero accordati e dei quali usò ed abusò, sconfinarono sino ad assumere facoltà legislative - come venne rilevato, con parole severe di biasimo, dal Prof. Brusa (Della giustizia ecc. p. 14).
      Egli molto poteva, e se nulla fece, segno è che non volle o non seppe fare. E in quanto al saper fare, si avverta che consigli opportuni e suggerimenti adatti alle circostanze del momento, richiesti o spontanei, non gli mancarono: dunque non volle!
      L'opera civile del generale Morra dissi che risulta veramente deplorevole non solo dal confronto col programma del generale Corsi e dalle deluse speranze su ciò che si poteva attenderne; ma anche e sopratutto dal paragone con ciò che ha fatto il generale Heusch in Lunigiana in condizioni analoghe e con poteri uguali.
      Questo paragone venne fatto, con quello squisito senso artistico che gli è proprio, dall'on. Cavallotti: il quale nella tornata del 25 maggio della Camera dei Deputati, in mezzo alla più viva attenzione dei suoi colleghi al seguente richiamo del Presidente: - «Onorevole Cavallotti, le ripeto di moderare le sue parole. Ella fa requisitorie che non hanno ragione d'essere, e stabilisce coincidenze che proprio non hanno fondamento.» -
      Rispose:
      «Io non faccio requisitorie, racconto fatti, e non ne parlerei se essi non fossero come il commento di tutta l'opera del generale Morra, troppo diversa da quella del suo collega della Lunigiana.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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