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      A questa violenza - che non è energia - e scorrettezza di linguaggio dell'on. Crispi, fece degno riscontro la enunciazione di certe teorie illiberali e di certe proposizioni, che dovettero sorprendere e addolorare gli uomini di scienza e di cuore. Dopo avere affermato - contro le leggi - che c'è il diritto al ricorso per le sentenze dei Tribunali militari in tempo di guerra, immemore del biasimo che colpì l'on. Nicotera per avere indicato l'articolo del Codice penale che i magistrati avrebbero potuto applicare pei fatti del 1° maggio 1891, augurò, egli, Presidente del Consiglio, che la Suprema Corte di Cassazione respingesse i ricorsi, esercitando con ciò la più aperta pressione sull'animo dei magistrati, che docilmente respinsero. Nel Re riconobbe il diritto illimitato di proclamare lo Stato di assedio in forza dell'art. 5° dello Statuto, che gli conferisce il diritto di dichiarare la guerra....!
      Pose le colonne d'Ercole alla evoluzione politica, annunziando che al di fuori delle attuali istituzioni non c'è che l'anarchia o il dispotismo. E arrestò la evoluzione economica e chiuse autorevolmente ogni dibattito scientifico affermando che abolito il feudo e soppressi i fidecommessi la proprietà è legittima. - legittimità da lui stesso poi violata colla proposta di legge sui latifondi di Sicilia - Che il socialismo moderno ha elevato a scienza il diritto della spoliazione e che il concetto dello stesso socialismo si avvicina al delitto. Vero è che parlando in tal modo egli alludeva al socialismo della piazza, ma nessuno potè sapere come distinguerlo da quello di Marx e dall'altro più temperato da lui stesso preconizzato nel discorso di Palermo del 1886.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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