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      Eppure non furono soppressi i magistrati ordinarî, non furono istituiti i tribunali militari! Di più: il ministro dell'interno Pernati fece alla Camera dei deputati queste dichiarazioni - opportunamente ricordate dall'on. Altobelli - che suonano aspra rampogna all'on. Crispi. Il ministro sostenne di non avere avuto bisogno di farsi autorizzare dal Parlamento per proclamare lo Stato di assedio perchè non aveva violato lo statuto e soggiunse:
     
      «Ma diverso sarebbe il caso della sospensione dell'articolo 71 dello Statuto, che garentisce la libertà individuale in guisa che nessuno può esser sottratto ai suoi giudici naturali. Se dunque una dichiarazione di stato d'assedio assorbisse il potere giudiziario, e lo concentrasse in altra autorità, egli è certo che si toccherebbe allo Statuto. In tal caso il Governo dovrebbe chiedere preventivamente l'assenso del Parlamento, od almeno, qualora l'urgenza lo costringesse ad agire senza indugio, dovrebbe riferire, in seguito, il suo operato al Parlamento per la convalidazione, e per avere un bill d'indennità.»
     
      Nel 1862, lo Stato di assedio viene proclamato in Sicilia e nel Napoletano. Perchè? Un esercito meridionale era risorto al di fuori dell'autorità del governo e contro gli ordini espressi del Capo dello Stato. Quell'esercito era capitanato da Garibaldi e provocava diserzioni numerose nelle fila dell'esercito; il potente vicino impero francese esigeva che si arrestasse la marcia su Roma. Qualche imprudente ha detto che ogni paragone tra Garibaldi e De Felice - tra l'esercito dei volontari che volevano la liberazione di Roma e i tumultuanti che volevano la liberazione dalle tirannidi locali e il miglioramento economico - era impossibile.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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