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      Era la guerra civile nel vero, terribile senso della parola, che aveva qui in Roma il suo quartiere generale; da qui il re di Napoli dirigeva le mosse, nominava i capitani; da qui la reazione mandava i denari. Ci poteva essere un caso più grave, nel quale il governo fosse tentato per la salus reipublicae di procedere per mezzi spicci, rigorosi, terribili? Ebbene, il Governo venne innanzi al Parlamento, e, come l'urgenza cresceva, si stralciarono, per far presto, dal progetto di legge per la repressione del brigantaggio pochi articoli che il Parlamento discusse e votò, e che formarono la legge Pica
      «Che cos'era questa terribile legge? Il suo primo articolo diceva questo solo: «Fino al 31 dicembre nelle Provincie infestate dal brigantaggio e che tali saranno dichiarate con Decreto Reale, i componenti comitiva o banda armata di almeno tre persone che vada scorrendo le pubbliche strade o le campagne, per commettere crimini o delitti, saranno giudicati dai tribunali militari di cui nel libro II, parte II, del Codice penale militare»,
      «Era il meno che si potesse chiedere in un caso di vera guerra civile, ed era chiesto per legge. Ebbene, l'onorevole Crispi lo trovava enorme!» (Cavallotti)
     
      Le condizioni nel 1862-63, adunque, erano più gravi che nel 1894; eppure i provvedimenti eccezionali, furono assai meno rigorosi di quelli del 1894: ai briganti si consentì la difesa civile negata ai socialisti, e quei provvedimenti infine furono consentiti preventivamente dal Parlamento.
      Nel 1866, lo Stato d'assedio viene proclamato in Palermo.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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