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      Se della legge agraria cennata accetto il principio informatore, non approvo però i particolari, molto meno posso dichiararmi soddisfatto dei mezzi proposti per creare la piccola proprietà rurale e promovere i miglioramenti agrarî.
      Inoltre non sono favorevole alla quotizzazione dei demanî comunali, e credo che sarebbe più utile e conveniente costituirli in proprietà collettiva o almeno farli servire ad esperimenti di cooperazione agraria.
      Il nome e la cosa in fatto di proprietà collettiva oggi non dovrebbero più spaventare, dopo che un progetto di legge che mira a conseguire tale risultato venne presentato da deputati conservatori e timidamente liberali per i dominî dell'ex stato pontificio; progetto al quale promise il suo appoggio il ministro Boselli(183). E queste proprietà collettive potrebbero e dovrebbero allargarsi, costituendo un vero campo di sperimentazione economico-sociale coll'adottare le misure proposte poco tempo fa dall'egregio avv. P. Di Fratta, segretario al Ministero di Grazia e Giustizia - nell'opuscolo sulla Socializzazione della terra.
      La cennata discussione della Regia Commissione sui contratti agrari e l'accoglienza fatta negli Uffici al disegno di legge Crispi lasciano poche illusioni sulla sorte dello stesso progetto qualora venisse ripresentato nella futura sessione: per farlo accettare dal Parlamento occorrerebbe una forte, direi quasi, minacciosa pressione della pubblica opinione e un ministero energico che sapesse rendersene interprete. E in tanto abuso di decreti reali, chi potrebbe protestare se ancora una violazione delle buone norme costituzionali si avesse a fin di bene per attuare qualche importante riforma economico-sociale?


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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