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      .. alla Sicilia è stata aperta la via ad ogni maniera di arricchire, se si voglia, ma le si è spianata la via verso la propria corruzione. Le si è imbellettato il viso, lasciate che io lo dica, ma le si è insozzata l'anima!» (Discorso alla Camera, 11 giugno 1875).
      Ci vuole poca intelligenza ad indovinare che questi inizi del governo italiano dovevano condurre a risultati disastrosi. Infatti resero odiosi o antipatici alle popolazioni i settentrionali in generale e resero piú che mai forte il regno della mafia: della mafia ch'era uscita rinvigorita dai moti del 1860, come dissi, per l'aureola di patriottismo e di liberalismo acquistatasi battendosi valorosamente sotto gli ordini di Garibaldi.
      I risultati politici collettivi non tardarono a vedersi: si riassumono nella insurrezione anonima di Palermo in settembre 1866, nella quale caddero píú cittadini, che non nelle precedenti insurrezioni contro i Borboni; insurrezione provocata da un questore imprudente e nella quale ebbe parte principalissima la mafia, che nell'animo delle masse guadagnò anziché perdere, colle persecuzioni cui fu fatta segno e trovò nuovo alimento nel generale disgusto che suscitava il governo italiano.
      Senza parlare della questione tributaria, che rese subito inviso a tutti il nuovo regime; senza parlare della ripercussione che produsse nell'animo di tutti la guerra infelice del 1866 e poi Mentana e poi gli scandali della Regia cointeressata dei tabacchi e poi il processo Lobbia e poi cento altre vergogne, dopo la insurrezione di Palermo del 1866 il Tajani cosí descrive l'azione civile del governo in Sicilia: «Dopo la rivolta vi fu un diluvio di disposizioni cozzanti fra loro; vennero i tribunali militari, i quali fecero sterminato numero di processi e quando la posizione era compromessa e che la giustizia dei tribunali civili doveva riuscire difficilissima, se non impossibile, si annullarono ad un tratto i tribunali militari ed i tribunali civili ne rimasero imbarazzati; e cosí ne rimase esautorata la giustizia militare e la giustizia civile!


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La Sicilia dai Borboni ai Sabaudi
(1860-1900)
di Napoleone Colajanni
pagine 91

   





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