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      – si cercò combattere la mafia nata dal bisogno di giustizia, coi metodi mafiosi e coll'iniquità.
      Si può debellare la mafia coi metodi mafiosi? Si può combatterla servendosi dei mafiosi nei momenti elettorali? Si può restituire nei cittadini colla iniquità sistematica, colla illegalità fatta regola, la fede nella giustizia e nella legge? No, mille volte no; perciò la mafia del governo ha rigenerato la mafia dei cittadini!
      Sin dal 1875 Romualdo Bonfadini onestamente constatava – era un moderato che giudicava gli uomini del partito, cui egli stesso apparteneva – che il governo italiano nulla ha fatto per distruggere la mafia ufficiale, che esisteva sotto i Borboni. Se egli tornasse in vita e scrivesse oggi confesserebbe che il governo italiano tutto ha fatto per consolidarla e renderla onnipotente!
     
      VIII
     
      Ma non deve spuntare un raggio di luce, che ci faccia sperare, alla vigilia del secolo ventesimo, che sia vicino a cessare il regno della mafia, che costituisce un'onta pel governo italiano e per la Sicilia?
      Noi dobbiamo sperare e la speranza dobbiamo rendere attuosa con la profonda convinzione che i rimedi di sicura azione esistono e che la grave malattia di cui soffrono la Sicilia e il Mezzogiorno d'Italia non sono il prodotto fatale e ineliminabile del clima o della razza; invocare la razza, come fanno coloro che Achille Loria ha flagellato come poltroni intellettuali, quando la dimostrazione della origine sociale del fenomeno è luminosamente fatta, piú che un errore è una colpa.
      Ciò che avvenne a Messina è di una eloquenza grandissima e serve da un lato a condannare la cecità dei governi e dall'altro a sperare, ad avere fiducia piena, nella guarigione di questa lebbra morale rappresentata dalla mafia.


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La Sicilia dai Borboni ai Sabaudi
(1860-1900)
di Napoleone Colajanni
pagine 91

   





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