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      Fu molto potente di ricchezze, imperocché oltra le ragioni de l'imperio il quale tenea, fu re de l'una e l'altra Sicilia per ragion materna, re di Hierusalem per la mogliere, re di Alemagna per elezione, duca di Svevia per ragion patrimoniale de li suoi antecessori.
      In tante doti e grazie quante ebbe, fu reputato e chiamato persecutore de la Chiesa, e pare che ben si confermi essere stato cosí per la sentenza contra a lui data da Innocenzo IV, canonizzata nel sesto libro del Decretale. Il perché forse converria non dirne piú oltra; nondimeno per quello che ne li suoi gesti soprascritti appare e per molte altre cose che in notabili autori si leggono e per quanto le epistole e scritture sue dimostrano, non so se per avere lui detto troppo il vero di ecclesiastici o per aver desiderato in loro vita e costumi apostolici o per aver voluto difendere e sostenere la ragion de l'imperio o per esser stato, contra il lor proposito, troppo grande in Italia, lo hanno fatto giudicare persecutore de la Chiesa: il iudicio sia di chi legge con buona mente le cose sue. Ma quando io penso che Cristo signor nostro, del quale sono li pontefici vicari, disse a loro che lo dovessino imitare et essendo loro suoi ministri seguitar lui come loro maestro, e che li comandò che dovessino riponere la lor spada ne la sua vagina e che non solamente sette volte, ma settanta volte sette dovessino perdonare; da l'altro canto vedo tante insidie, tante prodizioni fabricate contra Federico, tanti legati, uomini ecclesiastici chiamati pastori, nel reame, ne la Marca, in Lombardia, in Romagna contra lui mandati, tante cittá per questa cagione saccheggiate e disfatte, tanto sangue di cristiani sparso, e considero lui essere stato non di meno vittorioso e li eletti contra lui per li pontefici, infortunati e mal condotti e morti, non so altro che dire se non che vero sia quello che scrive Pio pontefice ne l'Historia austriaca, cioè che niuno eccellente male si fa ne la Chiesa universale, che l'origine di esso da' sacerdoti non nasca, ovvero che troppo grandi e oscuri sieno li iudicii di Dio.


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Compendio de le istorie del Regno di Napoli
di Pandolfo Collenuccio
pagine 444

   





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