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      Manfredi sagace, subito che intese il papa esser ammalato, occultamente andò a Taranto e di lí a Luceria, e messi insieme tutti li saracini di quel loco con altri suoi andò con ogni celeritá a Foggia, ove Innocenzo aveva mandate tutte le genti d'arme che avea menato con seco nel reame, per non gravare, non bisognando altramente, i napolitani. Costoro adunque Manfredi li assaltò a l'improvviso e messeli a sacco, ammazzandone e pigliandone quanti glie ne parse. Dappoi ingrossato di gente d'arme, scorrendo per il regno sotto titolo di tutore di Corradino suo nepote assente, recuperò tutti li lochi dove si presentò.
      Alessandro nuovo pontefice volendo andare ad Anagnia lasciò messer Ottaviano de li Ubaldini cardinale legato in suo luogo a resistere a l'impeto di Manfredi, e lui come fu in Anagnia subito l'escomunicò e cominciò a dare opera di far gente d'arme da mandarli incontra; e in quel mezzo il legato, che poche forze aveva e manco gente che Manfredi, quasi come assediato in ozio a Napoli si stava. E Manfredi, che giá avea premeditato e proposto farsi re di Sicilia, avendo come tutore racquistato la maggior parte del regno, escogitò una nuova arte. Imperocché fece venire alcuni Germani subornati di Alemagna vestiti in abiti negri e lugubri, i quali portavano simulate novelle de la morte di Corradino: per la qual cosa lui ancora tutto lacrimoso e vestito di bruno comparse in pubblico dolendosi e fece fare esequie e funerali onorevoli per tutte le chiese per l'anima di Corradino, che ancor viveva.


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Compendio de le istorie del Regno di Napoli
di Pandolfo Collenuccio
pagine 444

   





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