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      Tutti li ghibellini con le loro famiglie si ridusseno a Savona, e nondimeno fatto lega col re Federico di Sicilia e con Marco Visconte da Milano vennero a le mura di Genova combattendo in modo, che 'l re Roberto stette quasi sei mesi assediato; e bisognava che lui in persona e li suoi baroni fussino ogni dí sopra le mura con le spade in mano, e fu necessario che mandasse per aiuto a Fiorenza e a Bologna: et ebbelo di molti fanti e cavalli. E messer Marco Visconte lo richiese di battaglia, e per non essere pari le condizioni de le persone, lui li dette repulsa. Uscí poi con quaranta galee di Genova e andò a Sestria, ove smontato in terra ruppe li inimici; poi andò in Avignone a invitare Giovanni XXII fatto pontefice, col quale stette piú giorni: e li si scoperse un trattato di alcuni mandati da Castruccio per ammazzarlo, ovvero, non succedendo questo, per farli bruciare la galea nel ritorno, i quali furono debitamente puniti. Li suoi rimasti a Genova in quel mezzo con gran fatica per dui anni sostennerno lo assedio e finalmente rimaseno superiori l'anno 1320.
      L'anno sequente infestando pur li ghibellini tutta Lombardia. e ancor Genova, Giovanni pontefice e Roberto cercorono di far tregua con Federico di Sicilia per tre anni per poter meglio attendere a l'impresa di Genova. Ma Federico non volse, perché la voleva per dieci anni e voleva li fussino restituite Regio e alcune altre terre di Calabria che 'l papa aveva tolto in deposito; onde non potendo ottenerla, disfidò il re Roberto, e il papa indignato lo escomunicò. Nel 1322 poi Carlo Senzaterra, figliuolo di Roberto, mandò diciasette galee a' danni di Sicilia e bruciò Lipari; Federico con ventisei galee e altri legni uscí fuora e cacciò l'armata di Carlo, poi smontò in Calabria e senza pigliare alcuna terra fece grandissima preda.


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Compendio de le istorie del Regno di Napoli
di Pandolfo Collenuccio
pagine 444

   





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