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      A' 2 di giugno appicciorno il fatto d'arme, il quale durò otto ore e in fine Braccio fu rotto, e spinto in fuga da la furia, fu ferito ne la nuca, per la qual ferita lasciò la briglia, onde cadde del cavallo e fu preso e sopra un targone portato ne l'alloggiamento del conte Francesco: ove senza mai voler tòr cibo o parlare, o per la natura e loco de la piaga ovver per sdegno che fusse e iracondia, il dí sequente morí, l'anno cinquantesimo sesto di sua vita, e l'Aquila a la devozione de la regina Giovanna rimase. Il corpo di Braccio portato a Roma per comandamento del pontefice, come di ribelle et escomunicato, senza alcuna pompa di esequie fuora de la porta di San Lorenzo in loco non sacro fu seppellito, il quale poi molt'anni Nicolò Fortebraccio, figliuolo de la Stella sorella di Braccio, avendo al tempo di papa Eugenio IV occupato Roma, a Perosa lo fece portare, ove con onorevoli funerali dal popolo perusino ne la piú eminente parte del lor maggior tempio fu collocato.
      La regina Giovanna dappo' questa vittoria reintegrata nel regno, eccetto alcune poche terre, con tutta la sua corte e con il gran siniscalco e col figliuolo adottivo Luigi III duca d'Angiò ritornò a Napoli e dichiarando suo erede Luigi con molto favore di tutti lo fece duca di Calabria. E benché mai fusse senza molestia alcuna, per essere la terra a le volte danneggiata da le artiglierie del Castel nuovo, e le marine e qualche terra del regno infestate da le armate e amici del re Alfonso, nondimeno assai prosperamente nel regno si stava; se non che l'anno 1431, avendo il gran siniscalco sempre governato il regno et essendo in effetto stato come re e avendo celebrate le nozze di un suo figliuolo con una figliuola di Iacopo Caldora, et essendo nel colmo de le sue felicitá, un lunedí di notte a li 18 d'agosto circa la mezzanotte in castel di Capuana andorono alcuni mandati da la regina e da altri baroni che insieme si intendevano, a battere a la camera sua e a chiamarlo, sollecitandolo a levarsi presto e andare da la regina, la quale diceano per un accidente sopravenuto stare in pericolo di morte.


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Compendio de le istorie del Regno di Napoli
di Pandolfo Collenuccio
pagine 444

   





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