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      La quale, ambiziosa come donna, credeva certa la conquista del reame per la novità del re, le poche milizie non usate alla guerra, ed il mobile ingegno de' Napoletani; mentre dalle sue parti esercito grosso e vincitore, capitano felice, gran numero di partigiani nel popolo. Più incitavano l'animo regio e femminile i ministri di lei nella Corte di Roma, e alquanti Napoletani esuli volontari o discacciati dal Governo di Carlo, uomini (conforme vuole il loro stato) poveri, speranzosi, promettitori di larghi aiuti e di congiure; instigatori alla guerra contro la patria per brama di ritorno e di vendetta. Maria Teresa, regina di Ungheria, imperatrice dei Romani, prometteva per editto a' popoli delle Sicilie disgravare i tributi, confermare gli antichi privilegi, altri conferirne, discacciare l'avara riprovata setta degli Ebrei, disserrare le prigioni, concedere impunità, premii, mercedi, accrescere l'annona, scemare i prezzi del vitto: e dopo ciò, vantando gli affetti del popolo alla casa di Cesare, veniva tentando le ambizioni de' grandi, la incostanza della plebe, e simulando secreti accordi per inanimare le sue parti e insospettire il Governo.
      XL. E sì che il re, informato di que' fatti, adunò congresso nella reggia, ed esponendo la naturale alleanza con la Spagna, ma la fermata neutralità con l'Inghilterra; il desiderio e 'l bisogno di pace, ma le presenti necessità di guerra; il pericolo di muovere l'esercito, il pericolo di tenerlo ozioso, la scarsezza dell'erario ma il danno certo di alimentare due eserciti stranieri e veder le province devastate per accampamenti e per battaglie; la fedeltà de' popoli e la incostanza dell'umano ingegno e della fortuna: tali cose ed altre, rammentando e contrapponendo, dimandava consiglio.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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