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      Morti od invecchiati i maggiori architetti, Carasale in carcere, e nel reame nessun altro pari al concetto, Carlo fece venire di Roma Luigi Vanvitelli, napoletano, chiaro e primo in Italia per altre opere. Fu il palagio fondato sopra base di 415,939 piedi parigini quadrati, si alzò di centosei piedi; colonne magnifiche, archi massicci, statue colossali, marinai intagliati adornano le facce dell'edifizio; in cima del quale, sopra il timpano del frontispizio, mirasi la statua di Carlo, equestre, in bronzo.
      L'interno di quella reggia racchiude marmi preziosi, statue e dipinture de' più famosi scultori e pittori di quella età, legni intagliati, lavori di stucco, cristalli, vernici, pavimenti di marmo, di mosaico, e di altre rare o pietre o terre. E dirò in breve che quel solo edifizio rappresenta l'ingegno di tutte le arti del suo tempo. Piazze o parchi lo circondano per tre lati; innanzi al quarto si stende giardino vastissimo, magnifico per obelischi, statue, scale di marmo, fontane copiosissime e figurate. Un fiume cadente a precipizio, quindi a scaglioni, e infine dilatato in lago, e disperso in ruscelli, si vede scendere dal contrapposto monte; il monte istesso è un giardino a modo inglese, che accoppia alle grandezze veramente regie dell'arte i favori di tiepido clima, terra ubertosa, primavera continua.
      L'acqua raccolta in fiume viene dal monte Taburno, per acquidotto di ventisette miglia, traversando le montagne Tifatine e tre larghe valli; così che soccorre per canali scavati nel seno delle rupi, o sospesi sopra ponti altissimi e saldi; il ponte nella valle di Maddaloni, lungo milleseicentodiciotto piedi, sopra pilastri grossi trentadue piedi, per tre ordini arcati s'innalza piedi centosettantotto.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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