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      E perciò, se non parlassero le scolpite pietre e le memorie, quell'opera sarebbe creduta della grandezza e dell'ardimento di Roma. Le acque di Caserta, dopo che hanno irrigato quelle terre, abbelliti gli orti e la reggia, corrono coperte e si congiungono alle acque di Carmignano per venire in Napoli, copiose a' bisogni di tanta città.
      LI. Annovero fra le opere più fortunate di Carlo gli scavi di Ercolano e di Pompei; e poiché dovrò dire di città distrutte dal vicino volcano, accennerò prima le due più grandi eruzioni avvenute sotto quel re, e le magnanime sue provvidenze a soccorrere le travagliate genti. La prima eruzione fu nell'anno 1738, disastrosa per abbondanti ceneri vomitate dal monte, alzate in forma di pino sino alle nuvole, trasportate dal vento in paesi lontani, là discese, e per pioggie e propria natura assodate e impietrite. La fertilità di ampie regioni fu mutata in diserti; e più devastate le città delle due Torri, Sarno, Palma, Ottaiano, Nola, Avellino, Ariano. L'altra eruzione, dell'anno 1750, più fiera per tremuoti e distruggimenti, coprì di lava borghi, villaggi, terreni feracissimi e colti. Il re, l'una e l'altra volta, rimise i tributi delle terre danneggiate o gli scemò, diede soccorsi, fece doni. Nel tempo della eruzione del 38, agitandosi le quistioni giurisdizionali tra 'l re e 'l papa, i frati e i preti della città sussurravano agli orecchi del popolo, quel flagello esser messaggio di Dio ai ministri di Carlo, acciò desistessero da tribolare la Chiesa e i sacerdoti. Ma il volcano quietò, serenò il cielo, i timori svanirono, le contese col papa seguitarono.
      LII. Di Ercolano sono favolose le origini, di Pompei oscure, due città della Campania floridissime a' tempi di Tito Vespasiano, quando per tremenda eruzione (descritta dal giovine Plinio) Ercolano fu coperta da lava, Pompei oppressa da vomitate ceneri e lapilli, poi sotterrata dalle materie che le acque a torrente vi trasportarono; furono però varie le cagioni, ma una rovina in un giorno disfece le due città. Spenta con gli uomini viventi la memoria de' luoghi, si cercava indarno dov'erano poste quelle moli superbe; così che dall'anno 79 dell'era di Cristo restò ignota la città di Ercolano sino al 1738, quella di Pompei sino al 1750.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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