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      Era secondo e debole il pensiero de' congiunti.
      Quelle sventure divennero per lungo uso comportabili; le baracche di rozzissime si fecero migliori, poi belle; gli abitanti de' lontani paesi, allettati dal guadagno, portavano vittovaglie ed arnesi di comodità e di lusso; e, obbliati i danni e le afflizioni, tornavano i godimenti della vita, gli amori, i matrimoni; si ricompose la società, ma in peggio. Avvegnaché, l'universale sentimento de' primi giorni essendo stato il terrore, quietarono con gli altri affetti l'odio, la cupidigia, la vendetta; e mancando stimolo a' delitti, fu quel maligno popolo in que' giorni divoto ed innocente; se non se andava ripetendo, a vedere i grandi a capo chino ed abbietto: - Eh sì che tutti, signori e poveri, siamo eguali! - con malevola contentezza scusabile in vassalli di superbiosi baroni. Poscia i terrazzani, i servi, i tristi e i già prigioni (perciocché agli orribili scuotimenti del 5 di febbraio senso di umanità fece dischiudere le carceri) venivano a frugare nelle rovine, rubare nelle mai custodite baracche, rapire, uccidere; fu grande il numero de' misfatti. E cotesti uomini guadagnavano largamente per l'opera delle braccia in ergere le capanne, o scavare nelle rovine, o andar lontano a comprar viveri; così che molte agiate famiglie impoverivano, e più che altrettanta salirono a ricchezza. I beni mobili furono la più parte distrutti; il nuovo corso delle acque tolse terre o ne donò; terreni già fertilissimi sterilirono; agnati lontani di famiglie spente accolsero eredità non sperate; per terreni gli uni agli altri sopraposti, e per altri casi di dominio, nei quali mancavano i precetti del codice o la guida dell'umano giudizio, generandosi quantità di transazioni, la proprietà fu divisa e spicciolata; distrutti i processi con gli archivi, i fogli e i documenti con le case, si sperdevano le private ragioni o si confondevano.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963