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      E dopo ciò, i monarchi di Napoli si avvicinavano amici e riverenti al pontefice, preparato ad accoglierli con fasto e grazie. Giunti il dì 20 di aprile, nel giorno intesso andarono al tempio di San Pietro; e di là, per secreto accesso, agli appartamenti di Pio. Non attesi, ed imposto silenzio dal re alle guardie ed ai servi pontifici, penetrarono sino alle stanze dove Pio con vesti magnifiche sacerdotali giaceva sopra seggia in riposo. Piacque a lui quel confidente procedere di re superbi; e, scordate appieno le passate ingiurie, fu d'allora innanzi sincero amico. Le feste durarono molti dì; i doni, ricchi e scambievoli. Stavano in Roma le due principesse di Francia, Adelaide e Vittoria, zie del re Luigi, fuggitive dai rivolgimenti della patria; le quali, narrando i travagli della Casa, più concitavano l'ira de' principi.
      Così sdegnosi vennero in Napoli, tra feste popolari e sontuose quanto non comportava la povertà dell'erario. Il re e la regina mostravano piglio severo, nunzio degli imminenti rigori: e gli spettatori, o avversi o inclinevoli alle nuove dottrine della Francia, non vedevano in quelle feste ragionevole argomento di piacere; fu dunque gioia per la sola plebe, la quale non disturba per antiveder di sventura le presenti allegrezze. Dopo alquanti dì, nella reggia si consultarono materie di Stato; benché i consiglieri fossero parecchi, una fu la sentenza, quella medesima che stava in animo alla regina: guerra alla Francia ed austera disciplina de' sudditi. I ministri partirono le cure. Subito negli arsenali si congegnarono altre navi da guerra, provveduti nell'interno e dall'estero legnami, canapi, metalli infiniti; e fonder cannoni, fabbricar carretti, cassoni, altri edifizi di campo; le armerie accresciute formar di e notti armi nuove; i fochisti, ordinati a compagnie militari, fabbricar polveri ed artifizi; venivano di ogni parte del regno vesti, arnesi, calzari, molti fanti coscritti dalle comunità, molti cavalieri da' feudi, molti volontari per grosso ingaggio; andavano i vagabondi alla milizie, passavano i prigioni dalle carceri e dalle galere alle armi; accorsero agli stipendi altri Svizzeri e Dàlmati nuovi forestieri di grado, come i principi d'Hassia Philipstad, di Wittemberg, di Sassonia, tutti e tre di sangue regio; i preti, i frati, i missionari predicavano gli odi contro la Francia dai pergami, li persuadevano da' confessionali.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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