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      I libri del Filangieri furono sbanditi, e in Sicilia bruciati; il Pagano, il Cirillo, il Delfico, il Conforti erano mal visti e spiati; cessarono ad un tratto le riforme di Stato, avuto pentimento delle già fatte; i libri stranieri, le gazzette, impedite; i circoli della regina disciolti; le adunanze di sapienti vietate; negavasi ricovero ai fuggitivi francesi, che, sebbene contrari alla rivoluzione, apportavano per il racconto dei fatti scandalo e fastidio. Mutata la faccia della città, l'universale mestizia successe alla serenità della quiete.
      III. Per tal modo ordinate le cose pubbliche, aspettava il Governo gli avvenimenti di Europa. Inghilterra, Olanda, Prussia chiedevano fine della guerra d'Oriente all'Austria, che prometteva di accordarsi; e la Russia e la Porta, egualmente pregate, dechinavano dagli sdegni. Venne allora in Italia l'imperatore Leopoldo, il più adirato contro la Francia; e conferendo con secreti ambasciatori, scrisse a Luigi, il 20 di maggio, essere preparata la invasione della Francia: per le Fiandre con trentacinquemila Tedeschi; per l'Alsazia con quindicimila; altrettanti Svizzeri per Lione; più che tanti Piemontesi per il Delfinato; ventimila Spagnuoli da' Pirenei. La Prussia sarebbe collegata all'Austria, la Inghilterra neutrale. Un manifesto delle Case borboniche regnanti a Napoli, in Ispagna ed a Parma, sottoscritto per la Francia da' regali della famiglia fuggitivi, dimostrerebbe la giustizia di quella guerra. Stèsse il re Luigi aspettando le mosse, per aiutarle delle proprie forze, manifeste o secrete. Ma Luigi, temendo che a quegli assalti le fazioni di libertà infuriassero, prese partito più cauto; fuggir di Parigi per ricoverare in Montmedy, dove il generale Bouillé aveva radunate le schiere più fedeli; e di colà, sicuro il re, assaltar la Francia con gli eserciti stranieri, secondati dalle proprie squadre, e da fuorusciti e partigiani, ch'egli credeva più del vero numerosi ed arditi.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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