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      XXVIII. Alla partita di Pio VI fuggirono da Roma le antiche autorità, cardinali, prelati, personaggi più chiari; venutane gran parte in Napoli, ad accrescere la pietà per i sacerdoti, lo sdegno per la Francia. Si vedevano, lungo le frontiere di Abruzzo e del Liri, stendardi, squadre francesi, alberi di libertà; e con essi, spogli, violenze, povertà di cittadini, e, sotto specie di repubblica, vera tirannide. Chi prevedeva i futuri benefizi di Stato libero tollerava le passaggiere licenze della conquista; chi giudica e vive del presente, abborriva e temeva gli ordini nuovi. Cosicché per i Napoletani la vicina libertà fu più ritegno che stimolo all'esempio. Il generale Balait venne messaggero di Berthier per chiedere al nostro Governo l'esilio degli emigrati, il congedo dell'ambasciatore inglese, la espulsione del generale Acton, il passaggio per il territorio napoletano a' presidi di Benevento e Pontecorvo. E soggiungeva che il re, oggi feudatario della Repubblica romana, perché già della Chiesa, offrisse ogni anno il solito tributo, e pagasse in quel punto centoquarantamila ducati, debiti alla Camera di Roma. Cosi per ambasciata; e il re sapeva che i suoi Stati farnesiani erano, come di nemico, sottoposti a sequestro. Ira giusta e grande lo prese; e rispondendo all'ambasciatore che ne tratterebbero, per ministri, i due Governi; fatto occupare con buone squadre le città di Pontecorvo e Benevento, afforzò le linee della frontiera. Perciò sdegni, sequestri, sospetti, vigilie, tutte le condizioni della guerra, fuorché le battaglie, travagliavano le due parti.
      Tra le quali agitazioni venne riferito da Sicilia, che la flotta già di Venezia, ora francese, sciolta da Corfù, correva il mare di Siracusa; e, giorni appresso, che ne' porti dell'isola erano approdati legni innumerevoli francesi, da guerra, da trasporto, carchi di soldati e cavalli; altri avvisi soggiunsero esserne partiti; ed altri, che l'isola di Malta, scacciatone l'Ordine de' cavalieri, era stata presa da' Francesi, e subito il naviglio salpato per novelli destini; che Buonaparte stava imbarcato sul vascello l'Oriente; che il disegno era ignoto, smisurati gli apparecchi.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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