Pagina (307/963)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Esci, per farne pruova, dalle mura, e ritorna se puoi; quando sarai tornato imporrai debitamente taglia di guerra, e ti si addiranno sul labbro il comando di conquistatore, e l'empio motto, poiché ti piace, di Brenno. - Il generale accomiatando la deputazione, disse: risolverebbe. Nacquero da quel punto in lui sospetti, e nei repubblicani disamore a' Francesi.
      Il generale, al vegnente giorno, confermando le taglie, ordinò il disarmamento del popolo: uomini fatti liberi e disarmati sono il dileggio della libertà. Solamente si permetteva la composizione delle guardie civiche, prescrivendo che fossero scelti a quell'onore i patriotti più chiari e più fidi; si che il Governo emanò legge tanto stretta, che pochi cittadini entravano nelle milizie armate, molti nel ruolo dei tributari: nella città di Napoli quattro sole' compagnie, seicento uomini, erano gli scelti; innumerevoli i taglieggiati; la legge, invalida per forza d'armi o per sentimento di libertà, parve finanziera ed avara. La stessa prudenza o sospetto del generale francese, e le sentenze dei dottrinari napoletani facevano trasandare le milizie stipendiate; essere soldati in repubblica, dicevano i dottrinari, tutti gli uomini liberi, essere gli eserciti mercenari stromento di tirannide; Roma, quando veramente libera, conscrivere i combattenti ad occasione di guerra; non mancar guerrieri alle repubbliche; ed altre loquacità di tribuna, o dottrine di fantastiche virtù. Correvano le strade accattando il vivere buon numero di Dàlmati, già soldati del re, abbandonati su questa terra straniera; correvano le province, vivendo d'arti peggiori, le già squadre degli armigeri baronali, delle udienze, dei vescovi, e grande numero dei soldati mantenuti sino allora agli stipendi della milizia.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





Brenno Francesi Governo Napoli Roma Dàlmati