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      Il generale Dubesme, accresciuto da ottocento Francesi venuti dagli Abruzzi, disponevasi a procedere verso Andria; ed in quel mezzo giungevano al suo campo legati e statichi delle tre province di Puglia. Ma in Napoli, mutato il comando dell'esercito da Championnet in Macdonald, e 'l senno e la idea di quella guerra, furono richiamate le schiere, fuorché piccola mano lasciata in Foggia, e grosso battaglione ad Ariano, altro ad Avellino, un reggimento a Nola. Giunta in quel tempo stesso la nuova che i Turchi-Russi stringevano da presso Corfù, e viste le navi di quelle due bandiere nell'Ionio e nell'Adriatico, rialzarono Trani ed Andria le speranze; le altre città o terre sottomesse dal grido della fortuna francese, oggi per grido di fortuna contraria tornavano Borboniane; gli statichi, lasciati o fuggitivi, si facevano liberi. Solamente Sansevero, benché in animo sentisse maggiori stimoli di vendetta, scemata de' più giovani e più prodi, abbrunato il popolo intero per le morti della battaglia, ed ogni casa, ed ogni zolla serbando i segni della strage, si tenne obbediente alle sue male sorti e addolorata.
      XIX. A tale in breve si venne che bisognava tener perdute le Puglie, o riconquistarle. Adunata in Cerignola nuova squadra repubblicana, forte quanto la prima, sotto l'impero del generale Broussier con la medesima legione napoletana di Ettore Caraffa, drizzò il cammino ad Andria. Andria, città popolosa, circondata di mura con tre porte, dopo il tristo fatto di Sansevero accrebbe le difese, ristaurando la muraglia, in più parti rovinata dal tempo, alzando nuove fortificazioni, sbarrando le porte, fuorché una, e sfilando dietro ogni porta fosso largo ed alta trincera. Diecimila Borboniani la difendevano, soccorsi dagli abitatori, ch'erano diciasette migliaia: i preti e i frati concitavano quelle genti con gli stimoli potenti della religione; e sopra vasto altare alzato nella piazza avendo poggiato un crocifisso di grandezza più che umana, dicevano che al celebrare della messa ed alle sacre offerte udivano dalla santa immagine che nessuna forza profana basterebbe ad espugnar la città, difesa dai cherubini del paradiso; e che presto giungerebbe in aiuto degli Andriani stuolo numeroso di altri soldati e di altri popoli.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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