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      Le quali promesse si leggevano scritte a caratteri grandi in un foglio spiegato, messo in mano al crocifisso. E poiché il giorno innanzi della comparsa de' Francesi giunse in città sopra legni corridori un battaglione di Borboniani mossi dà Bitonto, e la nuova che Inglesi, Russi e Turchi arriverebbero tra pochi dì, si confermarono le predizioni; ed il popolo, fatto certo della vittoria, stava lieto, non timido della battaglia.
      Il nemico, intorno ad Andria, spartì le forze in tre colonne quante le porte; e con le migliori arti di guerra minacciò, assalì, finse altri assalti alla città, la quale dai ripari per colpi di cannoni e di archibugi teneva lontani gli assalitori. Ad un cenno del generale Broussier, tra suoni militari e romore di artiglierie avanzarono a corsa i repubblicani, e appoggiando alle mura le scale, impresero a mutarle; ma sotto spari infiniti, e sassi, e moli che i difensori precipitavano dall'alto, tollerate molte morti e più ferite di guerrieri prodi e chiari nell'esercito, fu sonato a raccolta, e gli assalitori scherniti da' motteggi de' contrari tornarono al campo. Volle fortuna dei Francesi che in quel tempo per lo scoppio di un obice si aprisse la porta di Trani, contro la quale stando Broussier con la scelta de' guerrieri, accorse ad essa; ma penentrando in città trovò guerra peggiore; fatta ogni casa un castello; e benché in aiuto della prima colonna venisse per la stessa porta la seconda, stavasi incerto Broussier se procedere o trarsi fuora. Quando si vide incontro Ettore Caraffa con la sua schiera, Napoletani e Francesi, i quali, messi avanti la porta detta Barra, non riuscendo ad atterrarla, ed inteso il pericolo di Broussier, assalirono le mura con le scale, e trasandando lo scemar de' compagni e le proprie ferite, entrarono nella città. Al quale assalto il colonnello Berger, gravemente trafitto su la scala, facevasi spingere a montare; e fu visto Ettore Caraffa con lunga scala su la spalla, e in pugno banderuola napoletana e spada nuda, esplorar l'altezza de' muri; cercando il luogo dove la scala giungesse: e trovato, ascendere il primo ed entrar primo e solo nella città. E sebbene tutto l'esercito fosse già in Andria, non finiva la guerra, essendo mirabile il valore de' Borboniani; tanto che dieci di loro, dentro debole casa, sostennero per molte ore gli assalti di forte battaglione francese, e altre prove dettero di non facile virtù. Soggiacque al fine la città d'Andria, feudo una volta, e allora pingue possesso di quel medesimo Ettore Caraffa che la espugnò, e diede avviso nel consiglio (maravigliosa virtù o vendetta) che si bruciasse.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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