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      Di quel successo altro soldato, lasciato a vedetta nel campo, avvisa il capo, e, ad un cenno, buona schiera va ed entra nel forte; né già per le vie difficili del mare e degli scogli, ma scalando senza contrasto le mura. Intesi del pericolo corsero a folla i Borboniani per riconquistare il perduto castello; ed i Francesi per arti e valore facevano vani gli assalti.
      Così fervendo la guerra nella marina, divertiti i difensori e la vigilanza delle altre fronti, il generale Broussier comandò il secondo assalto alle mura; e felice (benché molte morti e chiare patissero) entrò in città, dove il combattere fu sanguinoso e terribile; avvegnaché più nocevole a quei di Francia, percossi, senza quasi veder nemico, dalle case e di dietro le sbarre o le trincere. Avvisarono di montare su gli edifizi, coperti, come suole in Puglia, da' terrazzi, e di varcare di uno in altro rompendo i muri, o facendo di travi e di altri legni ponte al passaggio. Le condizioni mutarono; i difensori, già sicuri nelle case, vedevansi sorpresi dal nemico, sceso dai terrazzi; e perciò, invalidate le fortificazioni e le poderose artiglierie della cittadella, trucidate le guardie dietro ai ripari, cominciò nuova specie di guerra che scorava gli animi, confondeva gli ordini delle difese; e, ànnientando i preparati mezzi di resistenza, svaniva (nella impossibilità di combattere) la stessa intenzione di morir combattendo. Caddero l'armi di mano ai cittadini. Trani fu presa e ridotta, per secondo esempio, non di castigo, ma di furore, a cumuli di cadaveri e di rovine. Ettore Caraffa, espugnatore del fortino di mare, quindi della città, prode in guerra, crudele nei consigli, sostenne il voto ch'ella bruciasse.
      XXI. Lasciato l'infausto luogo, le schiere procederono a Bari, Ceglie, Martina e ad altre città o terre, animando le amiche, soggiogando le contrarie, ed imponendo sopra tutte taglie gravissime; però che univasi all'avidità delle genti straniere il bisogno del Caraffa, cui non era dato altro mezzo di mantenere i suoi guerrieri che per la guerra.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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