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      Così cambia della fortuna il favore e la faccia.
      Si riparano i fuggitivi a Marengo e a Pedrabona, per dar tempo agli avanzi della disfatta di valicare la Bòrmida; e però combattendo sino a notte piena, quanti poterono ripassare il fiume posero il campo sotto Alessandria. Furono morti e feriti nella battaglia settemila dei Tedeschi, settemila de' Francesi; perderono inoltre i Tedeschi tremila prigionieri, venticinque cannoni, altre armi e bandiere; tra morti e feriti d'ambe le parti si contavano parecchi generali e numero grande di uffiziali minori; ma più compianta dalle schiere e dalla Francia fu la morte di Desaix. Il valore degli eserciti fu grande; il Primo consolo non combatté: lentezza ne' Tedeschi al mattino; ordinanze poco sapienti incontro alle ordinanze de' Francesi; tutte le schiere tedesche impegnate, combattenti senza ultima riserva; nessuno assalto estremo, nessuna azione, facile nelle fortune, ardimentosa; e d'altra parte ostinato proponimento del Primo consolo, arrivo al maggior uopo del generale Desaix, sorte, destini, furono le cagioni della vittoria de' Francesi.
      La notte, dispensiera benigna di quiete, passava dolente al campo alemanno e dolentissima al capitano; né riposavano i Francesi, perché intenti a ricomporre le scemate schiere, e valicar nel mattino la Bòrmida. Melas, veterano di guerra sventurato, incerto tra pensieri vari, avendo incontro esercito forte e vincitore, alle spalle in Acqui l'esercito di Suchet, con sé poche squadre e sconfidate, i generali migliori o morti o feriti o prigioni; convocato consiglio ed avuto più rimproveri che ristoro alla sfortunata vecchiezza, decise in animo di concordar col nemico il passaggio dell'esercito nella alta Italia, per così adunare sessantamila soldati su le sponde del Mincio, appoggiare il dosso agli Stati dell'Impero, e cominciare con migliori auspìci nuova guerra.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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